Farmaci antidepressivi e aumento di peso

Biagio Flavietti • 15 gennaio 2024

Farmaci antidepressivi e aumento di peso

Anche se il tasso di depressione non coincide precisamente con l’uso di farmaci antidepressivi, questi attivi ormai sono sempre più prescritti in tutto il mondo. L'aumento di peso è uno degli effetti collaterali più comuni dei farmaci antidepressivi. È stato riportato in circa il 20-30% delle persone che assumono antidepressivi, e può essere significativo, con un aumento di peso medio di circa 4-5 kg. Ma quali sono le correlazioni tra l'utilizzo di questi farmaci e l'aumento di peso e quali categorie sono le più implicate in tale meccanismo?


Blue Monday e farmaci antidepressivi

Cos'è la depressione?

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la depressione è un disturbo mentale che colpisce circa 264 milioni di persone in tutto il mondo. Ciò significa che circa 4 persone su 100 soffrono di depressione in un dato momento della propria vita. La depressione è più comune nelle donne che negli uomini, e il rischio aumenta con l'età.


I disturbi dell'umore, come la depressione e il disturbo bipolare, possono avere un impatto significativo sulla vita di una persona. Possono causare una serie di sintomi, tra cui umore depresso, perdita di interesse o piacere, affaticamento, cambiamenti di appetito, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e pensieri di morte o suicidio.


La causa esatta della depressione non è completamente compresa, ma si ritiene che sia dovuta a una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici. I cambiamenti nella chimica del cervello possono svolgere un ruolo importante nella depressione. I neurotrasmettitori sono sostanze chimiche che trasmettono i segnali tra le cellule nervose e alcuni di essi sono implicati nella depressione e includono la serotonina, la noradrenalina e la dopamina. La depressione può anche essere causata da fattori ambientali, come lo stress, la perdita di una persona cara o abusi di alcol e altre sostanze. I fattori psicologici, come le convinzioni negative su se stessi o il mondo, possono contribuire ad acuire la depressione e i suoi sintomi.

Classificazione della terapia farmacologica:

La depressione può essere trattata con una combinazione di farmaci e psicoterapia. Da una parte i farmaci antidepressivi agiscono aumentando i livelli di neurotrasmettitori nel cervello, dall'altra la psicoterapia può aiutare le persone con depressione a sviluppare strategie per affrontare lo stress e migliorare la loro salute mentale.


Ricordiamoci che le principali classi di antidepressivi fondano il loro meccanismo d’azione sull’ipotesi monoamminergica. Questa ipotesi vede la depressione correlata ad una carenza quantitativa e funzionale della serotonina, noradrenalina e dopamina a livello corticale e del sistema limbico. Questa ipotesi può trovate conferma anche per il fatto che pazienti depressi che rispondono a terapia antidepressiva con fluoxetina, se sottoposti a diete prive di triptofano (amminoacido precursore della serotonina) possono avere rapidamente una ricaduta dei sintomi.


Antidepressivi:

Gli antidepressivi sono farmaci che agiscono aumentando i livelli di neurotrasmettitori nel cervello, come la serotonina e la noradrenalina. Questi neurotrasmettitori svolgono un ruolo importante nella regolazione dell'umore.

I farmaci antidepressivi sono disponibili in diverse classi, tra cui:

  • Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI): gli SSRI sono la classe di antidepressivi più comunemente prescritti. Agiscono bloccando il recupero della serotonina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo importante nella regolazione dell'umore.
  • Inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI): gli SNRI agiscono bloccando il recupero della serotonina e della noradrenalina, altri neurotrasmettitori che svolgono un ruolo importante nella regolazione dell'umore.
  • Inibitori della ricaptazione della noradrenalina e della dopamina (NDRI): gli NDRI agiscono bloccando il recupero della noradrenalina e della dopamina, altri neurotrasmettitori che svolgono un ruolo importante nella regolazione dell'umore.
  • Inibitori della ricaptazione della dopamina-noradrenalina-serotonina (DNSS): gli DNSS agiscono bloccando il recupero della dopamina, della noradrenalina e della serotonina.
  • Antidepressivi triciclici (TCA): gli TCA sono una classe più vecchia di antidepressivi che possono essere efficaci, ma possono anche causare più effetti collaterali rispetto agli SSRI o agli SNRI.


Stabilizzatori dell'umore:

Gli stabilizzatori dell'umore sono farmaci che agiscono regolando e modulano i livelli di neurotrasmettitori nel cervello. Sono utilizzati principalmente per trattare il disturbo bipolare, ma possono essere utili anche per trattare altri disturbi dell'umore, come la depressione grave.

I principali stabilizzatori dell'umore sono:

  • Litio: il litio è il farmaco stabilizzatore dell'umore più comunemente prescritto. Agisce regolando i livelli di serotonina, noradrenalina e dopamina.
  • Anticonvulsivi: alcuni anticonvulsivi, come il valproato e la lamotrigina, possono essere utilizzati come stabilizzatori dell'umore.
  • Antipsicotici atipici: alcuni antipsicotici atipici, come l'olanzapina e la quetiapina, possono essere utilizzati come stabilizzatori dell'umore.

Aumento di peso e terapia farmacologica:

Tra i vari effetti collaterali che questi farmaci possono provocare si è riscontrato, per alcune categorie, l’aumento di peso ponderale che può portare a lungo termine a rischi di sviluppare iperglicemia, diabete e dislipidemie.


Ma capiamo perché questi farmaci (chi più e chi meno) possono provocare aumento di peso?


Schema sintetico che riguarda l'aumento di peso legato all'assunzione di farmaci:


  • Aumento dell'appetito: alcuni antidepressivi, come gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI), possono aumentare l'appetito.
  • Rallentamento del metabolismo: alcuni antidepressivi, come gli inibitori della monoammina ossidasi (MAO-inibitori), possono rallentare il metabolismo, rendendo più difficile perdere peso.
  • Alterazioni del sonno: Alcuni antidepressivi, come gli inibitori della ricaptazione della noradrenalina e della serotonina (SNRI), possono alterare il sonno, portando a stanchezza e appetito aumentato.


La prima cosa che vale la pena di ricordare è che, quando si parla di effetto di un farmaco sul peso corporeo, qualsiasi variazione passa necessariamente e comunque attraverso
cambiamenti dell’apporto calorico e del dispendio energetico. In assenza di incremento delle calorie ingerite e/o della diminuzione dell’attività fisica il farmaco più “ingrassante” non ha la capacità di modificare il peso in modo così significativo.

Parliamo però degli
effetti iatrogeni che questi farmaci hanno sul nostro organismo:
-attività neurorecettoriale,
-aumento prolattina plasmatica,
-alterazione ormoni gonadici
-modificazione della sensibilità tessutale dell’insulina.


In particolare quest’ultimo meccanismo vedrebbe coinvolta sia l’
inibizione del pathway di segnalazione insulinico nelle cellule targert (cellule muscolari, epatociti e adipociti) causando quindi insulino-resistenza, ma anche un considerevole aumento degli acidi grassi liberi e quindi del grado di infiammazione (anche esso influente sull’insulino-resistenza). Per terminare infine sul danno che questi principi attivi avrebbero in modo diretto sulle cellule beta del pancreas. L’Insulina resistenza è strettamente correlata a diabete e obesità!

Gli psicofarmaci possono causare però l’aumento ponderale anche attraverso un
meccanismo neurocettoriale di interazione con i recettori della dopamina, causando così l’aumento dell’appetito e quindi dell’in-take di cibo .

Alcuni antidepressivi, come
mirtazapina o alcuni dei vecchi attivi, ma tuttora validi farmaci triciclici, comportano il rischio di un aumento di peso, che tuttavia non è una certezza e non riguarda la maggior parte dei pazienti. Altri antidepressivi, come per esempio bupropione, trazodone e vortioxetina hanno un rischio decisamente minore, in alcuni casi simile al placebo.

È quindi da sottolineare la grande quantità di variabili che entrano in gioco nell’assunzione di questi farmaci e quindi nell’aumento di peso. Ci basti solo pensare a come nei primi mesi di trattamento, quando il farmaco non ha esplicato ancora i suoi effetti positivi ma ha solo quelli collaterali, la sedazione provochi uno
stato di inattività prolungato nel tempo. Oppure come l’aumento della sete indotto da questi farmaci possa indurre ad un consumo maggiore di bibite zuccherate.

A tale proposito diventa essenziale, quando ci si rivolge allo specialista per un trattamento antidepressivo, valutare assieme le abitudini di vita ed i comportamenti alimentari con il preciso scopo di non limitarsi all’ottenimento dell’efficacia antidepressiva (che rimane il principale obiettivo), ma anche di gettare le basi per
mantenere o migliorare la forma fisica con tutte le relative implicazioni per il benessere del paziente.

Quali sono i farmaci più implicati nell'aumento di peso?

L'aumento di peso è più comune con alcune classi di farmaci antidepressivi rispetto ad altre. Le classi di farmaci antidepressivi con il più alto rischio di aumento di peso includono:

  • SSRI: Gli SSRI sono la classe di farmaci antidepressivi più comunemente prescritti. Tra gli SSRI, quelli con il più alto rischio di aumento di peso includono:
  • Fluoxetina (Prozac)
  • Sertralina (Zoloft)
  • Paroxetina (Paxil)


  • Antidepressivi triciclici (TCA): I TCA sono una classe di farmaci antidepressivi più vecchi che possono essere efficaci, ma possono anche causare più effetti collaterali rispetto agli SSRI o agli SNRI. I TCA con il più alto rischio di aumento di peso includono:
  • Amitriptilina (Elavil)
  • Imipramina (Tofranil)


  • Antipsicotici atipici: Gli antipsicotici atipici sono una classe di farmaci che vengono utilizzati per trattare una serie di condizioni, tra cui la schizofrenia, il disturbo bipolare e la depressione grave. Gli antipsicotici atipici con il più alto rischio di aumento di peso includono:
  • Olanzapina (Zyprexa)
  • Quetiapina (Seroquel)
  • Risperidone (Risperdal)


L'intero contenuto di questo articolo deve essere considerato di carattere esclusivamente divulgativo e informativo. Non si intende in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.


Fonti bibliografiche:


Foglietto illustrativo: cosa contiene e come leggerlo correttamente
Autore: Silvia Martinelli 26 settembre 2024
Composizione, indicazioni terapeutiche, dosaggio, effetti collaterali e tante altre informazioni utili da sapere prima di assumere un medicinale.
Influenza Aviaria: sintomi, prevenzione e rischi per l'uomo
Autore: Michele Guida 24 settembre 2024
Scopri tutto sul virus H5N1, di cui si sente spesso parlare all'interno di allevamenti di pollame in riferimento alla salute umana.
Lo scrub elimina l’abbronzatura?
Autore: Biagio flavietti 8 settembre 2024
Scopri quanto c'è di vero dietro la credenza che l'utilizzo di scrub e prodotti esfolianti possa ridurre l'abbronzatura e rendere la pelle più chiara.
Malattie rare: cosa sono e che incidenze hanno nella popolazione
Autore: Silvia Martinelli 1 luglio 2024
Interessano non più di 5 casi su 10.000 persone, le malattie rare sono patologie molto spesso di origine genetica, che non hanno terapie disponibili. Scopri di più su queste patologie e sui farmaci orfani.
Acetil Tirosina per accelerare l'abbronzatura: funziona davvero?
Autore: Biagio Flavietti 18 giugno 2024
Scopri se i prodotti acceleratori dell'abbronzatura, come gli spray a base di Acetil tirosina, sono realmente efficaci nel migliorare il processo di imbrunimento della pelle e come usarli correttamente.
Compliance: l'aderenza del paziente alle terapie
Autore: Silvia Martinelli 5 giugno 2024
Perché preferiamo assumere una compressa invece di ricevere un'iniezione? Perché si preferisce una terapia breve piuttosto che molteplici assunzioni giornaliere? Parliamo insieme di Compliance.
MOSTRA ALTRI ARTICOLI