Influenza Aviaria: sintomi, prevenzione e rischi per l'uomo

Michele Guida • 24 settembre 2024

Influenza aviaria: sintomi, prevenzione e potenziali rischi per l'uomo

L'influenza aviaria è da sempre sotto i riflettori come possibile minaccia pandemica. Recentemente, negli USA, un caso di trasmissione da uomo a uomo ha fatto scattare l’allarme nella comunità scientifica globale. Questo ha riacceso i timori, spingendo gli esperti a studiare come il virus stia evolvendo per adattarsi all'uomo. Nel nostro nuovo articolo del magazine di Farmabook, scopriremo tutto quello che c'è da sapere: dai sintomi ai metodi di trasmissione, per essere sempre un passo avanti nella prevenzione!


Storia dell'aviaria


La storia del contagio dell'influenza aviaria ha radici che risalgono al 1997, quando il primo caso di infezione umana fu segnalato a Hong Kong. In quel periodo, un focolaio di influenza aviaria del sottotipo H5N1 colpì il pollame, e 18 persone contrassero il virus, di cui 6 morirono. Questo evento allarmò la comunità scientifica, poiché segnava il primo caso in cui il virus si era trasmesso dagli uccelli agli esseri umani.


Dal 2003, l'influenza aviaria ha iniziato a diffondersi rapidamente fuori dall'Asia, arrivando in Europa e Africa. La sua diffusione nelle popolazioni di pollame in paesi come Vietnam, Indonesia e Thailandia ha portato a gravi epidemie tra gli animali, e il virus è diventato endemico in molte regioni. La trasmissione all'uomo è avvenuta principalmente attraverso il contatto diretto con volatili infetti o superfici contaminate.


Nonostante i numeri relativamente bassi di infezioni umane, il virus H5N1 ha provocato un elevato tasso di mortalità tra i contagiati, alimentando la preoccupazione per la sua capacità di mutare e adattarsi. Questo rischio potenziale di una trasmissione efficiente tra esseri umani è il motivo per cui l'influenza aviaria è costantemente monitorata a livello globale.


Cos'è il virus dell'aviaria?


L'influenza aviaria è una malattia causata da un virus dell'influenza di tipo A, in grado di contagiare tutte le specie di volatili, in particolare gli uccelli acquatici, che costituiscono il serbatoio naturale di tale tipologia di virus; tra questi, le anatre selvatiche sono risultate particolarmente suscettibili al contagio, agendo da fonte di propagazione della malattia nel pollame da allevamento. L’infezione tra i volatili avviene mediante trasmissione oro-fecale, per contatto di secrezioni in ambienti contaminati. Nei Paesi asiatici la diffusione del virus è da imputare principalmente alla vendita di pollame vivo nei mercati.


I virus dell'influenza A sono virus a RNA a singolo filamento appartenenti alla famiglia degli Orthomyxoviridae. Il loro involucro è ricoperto da due tipi di glicoproteine ​​di superficie, emoagglutinina e neuraminidasi. 

Attualmente si conoscono circa quindici sottotipi di virus influenzali che infettano gli uccelli, a bassa o elevata patogenicità; tuttavia la maggior parte delle epidemie di influenza sono state causate dai sottotipi H5 e H7 del virus di tipo A.


Tali virus sono caratterizzati da elevata instabilità genetica, cioè sono soggetti a numerose mutazioni del materiale genetico durante la replicazione del DNA e sono privi di meccanismi di correzione. Inoltre possono subire anche riassortimenti del proprio materiale genetico, secondo un processo definito di “shift genetico”, generando nuovi sottotipi virali.

Come avviene il contagio dell'aviaria?

I virus dell’influenza A possono diventare patogenici anche per l’uomo. Il fattore di rischio più comune per il contagio umano è l'esposizione al pollame in allevamenti o mercati di uccelli vivi, molto comuni in tutta l'Asia. 

In particolare, il sottotipo H5N1 è stato identificato come il più minaccioso per il contagio dell’uomo, a causa della sua capacità di mutare rapidamente e di acquisire geni da virus che infettano altre specie animali. 


Si ipotizza che tale virus passi dal pollame all'uomo principalmente attraverso il contatto diretto con pollame malato o superfici e oggetti contaminati dalle loro feci o secrezioni. Un'altra ipotesi sostiene che il virus infetti prima i maiali e poi l'infezione si diffonda all'uomo attraverso il contatto con le secrezioni, il sangue, la pelle e la pelliccia degli esemplari infetti.


Il virus dell’influenza di tipo A è in grado di infettare diffondendo nel tratto respiratorio attraverso il naso, la bocca o persino gli occhi e propagandosi lungo le vie respiratorie in cerca di cellule ospiti in cui penetrare, come le cellule epiteliali respiratorie, le cellule epiteliali intestinali, le cellule immunitarie e cellule nervose. 


Periodo di incubazione e sintomi dell'aviaria


Il periodo di incubazione si stima sia di circa 3-5 giorni dopo l'esposizione a pollame infetto. Nelle fasi iniziali della malattia i pazienti infetti dai virus H5N1 o H7N9 presentano comuni sintomi da malattia simil-influenzale, come:

 

 

Una percentuale considerevole di pazienti può sviluppare sintomi gravi, tra cui infiammazione delle vie respiratorie inferiori (ad esempio bronchiolite e polmonite), difficoltà respiratorie e disfunzioni multiorgano. 


Trattamento e prevenzione


Il trattamento dell’infezione umana da virus dell'influenza aviaria si basa sull’utilizzo di alcuni farmaci antivirali, come oseltamivir e zanamivir, che sono inibitori delle neuroaminidasi, capaci di ridurre la replicazione virale nell’organismo.


Per quanto riguarda i vaccini, ad oggi, non esiste un vaccino per la popolazione umana contro tutte le varianti del virus dell'influenza aviaria. La ricerca scientifica continua a concentrarsi sulla creazione di vaccini più efficaci e su una risposta rapida nel caso di una mutazione che renda il virus facilmente trasmissibile tra esseri umani..


Come prevenire il contagio?

 

La prevenzione dell'influenza aviaria è cruciale sia per limitare la diffusione del virus tra gli animali, in particolare il pollame, sia per proteggere gli esseri umani dal rischio di contagio. Per gli allevamenti, misure igienico-sanitarie rigorose sono fondamentali. È importante isolare gli animali infetti, controllare i nuovi ingressi nelle fattorie e garantire che gli operatori seguano protocolli di sicurezza come l'uso di indumenti protettivi e la disinfezione delle attrezzature.


Per gli esseri umani, il rischio di contrarre l'influenza aviaria può essere ridotto evitando il contatto diretto con uccelli infetti o ambienti contaminati, come mercati di animali vivi in aree endemiche. Inoltre, cuocere completamente carne e uova di pollame elimina il virus.


Infine, campagne di vaccinazione del pollame e sorveglianza attiva aiutano a monitorare e prevenire la diffusione del virus. Autorità sanitarie come l'OMS e l'EFSA raccomandano il continuo aggiornamento delle misure preventive e un'attenta vigilanza sulle nuove varianti del virus.

 

 

 

L'intero contenuto di questo articolo deve essere considerato di carattere esclusivamente divulgativo e informativo. Non si intende in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.

 

 

 

 

Fonti bibliografiche:

 

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