La sindrome della mano aliena
Conosciuta anche come "Sindrome del Dottor Stranamore" (in riferimento al film di
Stanley Kubrick del 1964), la sindrome della mano aliena è un
raro disturbo neurologico caratterizzato dalla perdita di controllo di una delle due mani. L'arto che risulta "ribelle" può agire per ostacolare le azioni dell'altro e in alcuni casi può sfociare in atti di autolesionismo, come forti schiaffi. Ma cosa provoca questa strana sindrome? Con l'articolo di oggi cercheremo di capire se dietro questa sintomatologia sono nascosti UFO e alieni, oppure danni e squilibri organici.
Come si comporta la "mano aliena"?
La mano fuori controllo agisce come se avesse una "mente propria", slegata dalla volontà della persona colpita e inizia ad andare contro il corpo alle quale è legata. Ad esempio, può provare ad allontanare la forchetta dalla bocca, può slacciare le scarpe e sbottonare una camicia mentre ci si sta vestendo oppure spegnere una sigaretta mentre si prova a fumare (..il che non sarebbe un male). Ci sono anche varianti della patologia, come quella "esplorativa", che vede la mano propensa a esplorare l'ambiente e gli oggetti che la circondano, dei quali difficilmente ci si riesce a liberare. Nei casi più gravi può portare anche ad eventi di autolesionismo come schiaffi dati con forza o addirittura tentativi di auto-strangolamento.
La mano più colpita da tale sindrome è quella
sinistra,
ma non se ne conosce il motivo preciso.
Cause della Sindrome della mano aliena:
Le cause della sindrome della mano aliena non sono chiarissime e molto probabilmente riguardano la connessione tra i due emisferi del cervello. I casi più frequenti di sindrome della mano aliena sono stati osservati in pazienti con lesioni di particolari aree del cervello. Tra le cause scatenanti potrebbero esserci:
- Interventi neurochirurgici atti a separare i due emisferi del cervello, recisi a livello delle formazioni commissurali interemisferiche come il corpo calloso (callosotomia);
- Tumori del corpo calloso.
- Aneurismi o ictus che danneggiano il lobo frontale del cervello, deputato all'organizzazione del movimento (aree motorie primarie, supplementari e premotorie) e alla pianificazione del comportamento motorio complesso nel tempo (area prefrontale).
- Infezioni e patologie neurodegenerative come il
morbo di Alzheimer
(raro).
Come riconoscere la Sindrome della mano aliena?
Sono tante le patologie che possono provocare problemi nella coordinazione e nei movimenti, ma la sindrome della mano aliena non provoca tremori o movimenti rapidi e aritmici, né movimenti bruschi tipici del “ballismo”, che è un’altra patologia di tipo neurologico. Come già detto, la mano più colpita è la sinistra e ci sono dei gesti tipici che questa compie, come:
- Cercare oggetti davanti a sé, afferrarli e li manipolarli compulsivamente, con un fenomeno che prende il nome di “gropping”.
- Compiere movimenti antagonisti rispetto alla mano sana, come ad esempio spostare oggetti appena riposti, oppure afferrare il polso sano per trattenerlo, nel caso di varianti riferibili a danni del corpo calloso cerebrale..
- Sollevarsi improvvisamente, o in corrispondenza a specifici eventi come colpi di tosse, starnuti e rumori improvvisi.
Esiste una terapia?
Terapie per la sindrome della mano aliena non esistono attualmente, tuttavia in base al tipo di lesione che l'ha scatenata, il paziente può recuperarne le funzionalità con allenamenti frequenti dell’arto, piccoli accorgimenti, fisioterapia e soprattutto grazie alla neuroplasticità del cervello, che è in grado di formare nuovi collegamenti in relazione ai cambiamenti strutturali dovuti ai danni subiti.
Una soluzione valida è anche quella di tenere occupata la mano anarchica (altro nome famoso della sindrome) con un oggetto (ad esempio un bastone mentre si cammina o una pallina morbida). In questo modo le si impedisce di manipolare oggetti dell'ambiente o di toccare il suo stesso corpo con gesti violenti. Talvolta possono utilizzarsi anche guanti rinforzati adatti a impedire la presa degli oggetti.
La terapia farmacologica mette a disposizione di questi pazienti, la tossina botulinica o le benzodiazepine. Queste ultime agiscono con un'azione miorilassante, mentre le iniezioni di tossina botulinica impediscono al muscolo di contrarsi.