L'aspartame è cancerogeno?

Michele Guida • 15 luglio 2023

L'aspartame è cancerogeno?

L'aspartame è una sostanza presente in moltissime bevande e alimenti di uso comune, come le bibite edulcorate oppure all'interno di prodotti light. L'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) in questi giorni ha dichiarato il dolcificante come "possibilmente cancerogeno". Ma cosa significa? Si corrono rischi per la salute legati al consumo di questa sostanza? Cerchiamo di fare chiarezza all'interno di un mare di disinformazione.

Che cos'è l'aspartame?

L’aspartame è una molecola che fa parte degli additivi alimentari (con sigla E951) che viene usata come edulcorante in bevande "light", prodotti confezionati e alcuni prodotti lattiero caseari. La molecola viene ottenuta dall’unione di due amminoacidi, come acido aspartico e fenilalanina. Quest’ultima molecole viene modificata con l’aggiunta di un ulteriore gruppo chimico chiamato metile, che conferisce alla molecola il suo potere edulcorante. Questa peculiare struttura chimica fa si che l’aspartame quando entra in contatto con la superficie della lingua si in grado di attivare alcuni recettori che inviano un segnale al cervello che fa avvertire il sapore dolce.


Ma la sua struttura chimica lo rende 160-200 volte più dolce dello zucchero comune (saccarosio). Quindi è possibile utilizzare  1 solo grammo di aspartame per avere la stessa dolcezza di 200 grammi di saccarosio.


Al contrario di quanto si possa pensare, in realtà l'aspartame presenta un contenuto calorico molto simile a quello dello zucchero da tavola, ovvero 4 Kcal per grammo. La sostanziale differenza sta nel suo enorme potere dolcificante, che permette di ottenere gli stessi risultati sul sapore ma utilizzando quantità infinitamente più piccole. Ed è questo il motivo per il quale lo troviamo spesso in prodotti con basso contenuto in calorie, come bevande e prodotti light.

Il potere dolcificante:

I dolcificanti, tra i quali troviamo l'aspartame, sono sostanze che possiamo aggiungere agli alimenti o alle bevande per conferire loro un sapore dolce e li possiamo classificare in due tipologie:


  • ARTIFICIALI: sono sintetizzati chimicamente e hanno altissimo potere edulcorante. I più comuni sono: Acesulfame K, Aspartame, Sucralosio, Saccarina e Ciclammato.


  • NATURALI:  Quando si parla di dolcificanti naturali ci riferiamo a Stevia, Fruttosio e a tutti quelli che terminano in “-olo”, come eritritolo, xilitolo, mannitolo e sorbitolo, che spesso sono presenti nelle gomme da masticare.


 Di seguito è riportata una tabella con il potere dolcificante delle singole sostanze artificiali e naturali:

L'aspartame e gli edulcoranti hanno effetti benefici sul corpo umano?

Seppure ideati e impiegati con l’idea di prevenire patologie come l’obesità e il diabete, sembrerebbe che alla lunga i dolcificanti causino l’effetto opposto, favorendo proprio l’insorgenza di queste patologie. Le probabili cause sono tre:


  • Quando si assumono dolcificanti il corpo percepisce dal punto di vista sensoriale il sapore del dolce, motivo per cui si prepara automaticamente ad accogliere lo zucchero attivando il metabolismo glucidico ed innescando quindi i classici meccanismi di quando lo si assume, a partire dal rilascio di insulina da parte del pancreas. Una volta però che il sistema metabolico non riceve lo zucchero per il quale si era attivato, si interrompe all’improvviso, e questo suo continuo “on-off”, a lungo andare, potrebbe causare un’alterazione del metabolismo degli zuccheri, favorendo così lo sviluppo di insulino-resistenza, che sappiamo essere l’anticamera del diabete.


  • I dolcificanti, inoltre, alterano il senso di fame e sazietà. Quando assumiamo lo zucchero ci sentiamo più sazi e appagati, ma questo con i dolcificanti non accade, al contrario è molto più probabile che queste sostanze dal sapore dolce stuzzichino l’appetito, spingendoci a mangiare di più, motivo per cui le calorie che abbiamo evitato prediligendoli al posto dello zucchero, verranno magari recuperate facilmente inserendo qualche spuntino di troppo. Questo si chiama "effetto compensazione" dei prodotti light!


  • Altra azione negativa che potrebbero avere i dolcificanti (soprattutto artificiali) è quella di alterare probabilmente la flora batterica intestinale, causando sintomi come stitichezza, diarrea, gonfiore, digestione rumorosa e flatulenza. Sono ancora in corso numerosi studi per analizzare l'azione di queste molecole sulla componente microbica intestinale.


Tutti questi non sono problemi legati alla questione del giorno, ovvero alla natura più o meno cancerogena dell'aspartame.

Tabella delle sostanze cancerogene:

Partiamo dalla definizione di "cancerogeno", ovvero di uno o più fattori che favoriscono lo sviluppo del cancro (Potrebbe interessarti anche l'articolo Hallmarks of cancer: caratteristiche di una cellula tumorale"). Ma attenzione un fattore cancerogeno, come può esserlo il fumo di sigaretta, l'alcol o l'assunzione di insaccati, non è un fattore che sicuramente provoca un cancro. Infatti, per una definizione più corretta dovremmo dire che:


"Si intende come cancerogena, una sostanza che in certe dosi e in un certo periodo di tempo di assunzione\ esposizione può aumentare il rischio e la probabilità di sviluppare un certo tumore"


Ciò che ha generato una grande confusione è la classificazione proposta negli anni da IARC, che prevede una valutazione complessiva dove la sostanza-agente è classificata in una delle seguenti 4 categorie (prima 5 categorie):

  • Gruppo 1 Cancerogeno per l’uomo. Questa categoria è utilizzata quando c’è sufficiente evidenza di cancerogenicità nell’uomo.
  • Gruppo 2A Probabilmente cancerogeno per l’uomo. Questa categoria è utilizzata quando c’è limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo e sufficiente evidenza nell’animale da esperimento.
  • Gruppo 2B Possibilmente cancerogeno per l’uomo. Questa categoria è utilizzata per agenti per i quali c’è limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo e meno che sufficiente evidenza di cancerogenicità negli animali da esperimento. In questo gruppo è stato inserito anche l’aspartame!
  • Gruppo 3 Non classificabile in relazione alla sua cancerogenicità per l’uomo. Questa categoria è usata per agenti per i quali l’evidenza di cancerogenicità è inadeguata nell’uomo e inadeguata o limitata nell’animale da esperimento. Sono classificati in questo gruppo gli agenti che non ricadono in nessun’altra categoria.

IARC classifica gli alimenti non in base a quanto questi siano cancerogeni, ma in base a quanto la società scientifica è incerta sul fatto che quella determinata sostanza sia o meno cancerogena. Il lavoro di questa agenzia è di passare in rassegna tutti gli studi presenti su quel determinato fattore e capire se c'è o meno la probabilità di cancerogenicità. Il rischio legato ad ogni singola sostanza viene, invece, analizzato da agenzie come l'EFSA. Per esempio, il consumo di 20 sigarette al giorno (Fumo presente in classe 1 - cancerogeni) espone l'uomo ad un rischio aumentato di 2300 volte in più rispetto ad un soggetto che non fuma sigarette.

L'aspartame è cancerogeno oppure no?

Un ultimo sforzo per comprendere la natura cancerogena di questa sostanza, sta nel capire la differenza tra rischio e pericolo.

  • pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; 
  • rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione.


Ad esempio, un coltello è un oggetto "pericoloso", ma se presente all'interno di una fondina di sicurezza, il "rischio" che possa provocarmi un danno è estremamente ridotto. Su questa distinzione si basa la sicurezza alimentare, farmacologica, dei cosmetici ecc ecc. Quindi, arrivando all'aspartame, EFSA ha analizzato tutti gli studi presenti in commercio per capire quale potesse essere il livello di rischio legato all'assunzione di aspartame e alla quantità giornaliera da poter consumare senza problemi.


Ed è qui che entra in gioco il concetto di dose giornaliera ammissibile (DGA), vale a dire la quantità di sostanza in base al peso corporeo che si può ingerire al giorno senza che rappresenti un rischio potenziale per la salute. Per quanto riguarda l’aspartame, la DGA fissata è di 40mg/kg di peso corporeo. Questo vuol dire che considerando un adulto di circa 60kg, per superare la DGA di aspartame dovrebbe assumere al giorno intorno a 12 lattine di 330ml contenenti la massima dose di aspartame autorizzata. Ma anche in questo caso non è detto che si venga a istaurare improvvisamente un processo di cancerogenesi.


Il discorso sulla potenziale cancerogenicità dell’aspartame è associato alla digestione della molecole e all'ottenimento di acido aspartico, fenilalanina e metanolo (soprattutto questo) all'interno dell'organismo. Bisogna però sottolineare che questi tre composti potrebbero essere dannosi per l’organismo a dosi estremamente alte, di molto superiori a quelle della dose giornaliera ammissibile dell’aspartame. Basti pensare che queste sostanze sono già presenti nella nostra dieta. Infatti, l’acido aspartico e la fenilalanina si trovano in quantità molto più elevate in carne, frutta e vegetali mentre il metanolo, è molto più presente nel succo di pomodoro che in una bevanda carbonata edulcorata solo con aspartame.

In conclusione...

E' inutile allarmarsi per l'aggiunta dell'aspartame all'interno della lista di possibili cancerogeni. Come diceva anche il famoso Paracelso “è la dose che fa il veleno” e, ad oggi, i numerosi risultati scientifici pubblicati dimostrano che rispettando la dose giornaliera ammissibile di aspartame e seguendo un consumo responsabile della sostanza non ci sono rischi  per la salute riscontrabili.

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