Classificazione dei lassativi: quanti ne esistono e come funzionano?
Classificazione dei lassativi: quante ne esistono e come funzionano?
I lassativi, conosciuti anche con il nome “purganti” sono farmaci utili per promuovere o accelerare l'evacuazione intestinale. Prima di parlarvi di questi farmaci, vogliamo sottolineare il fatto che la stragrande maggioranza delle persone che utilizza lassativi, su base di automedicazione, non ne avrebbe realmente bisogno. Infatti, episodi intermittenti e sporadici di stipsi possono essere prevenuti al meglio attraverso una dieta al alto contenuto di fibre, un adeguato apporto di liquidi e esercizio fisico regolare. Solo in alcuni casi può rendersi necessario l'utilizzo di prodotti lassativi, ma quali bisogna scegliere? In questo articolo si esploreranno le varie classi di lassativi e si analizzeranno le loro principali caratteristiche.

Lassativi volumetrici o formanti massa:
In questa prima classe troviamo l’agar-agar, la
crusca, la
gomma di guar, i
semi di psillio, la
cellulosa, la
carbossimetilcellulosa
(di sintesi) e i
semi di lino. Tutte queste fibre assunte insieme ad abbondanti quantità di acqua, giunte a livello intestinale formano una sorta di gel che aumenta il volume delle feci e la loro morbidezza, facilitandone l'evacuazione. Ecco quindi spiegato il loro meccanismo di aumentare la massa fecale. Questa categoria di lassativi è in generale la più sicura anche se può provocare fastidiose
flatulenze e
fastidi gastrointestinali. Queste sostanze ricche di fibre stimolano anche la crescita della flora batterica residente, aumentando ulteriormente la massa fecale. Questi prodotti devono essere assunti con le giuste quantità d'acqua, per evitare la possibile formazione di
fecalomi.
Si tratta di
una massa dura di feci che si forma negli ultimi tratti dell'intestino e può provocarne l'ostruzione. Questa condizione spesso è associata alla stitichezza.
Lassativi stimolanti o irritanti:
Sono chiamati anche “catartici” e come dice la stessa parola, questi lassativi sono scarsamente assorbiti e anzi hanno un meccanismo irritante per le pareti dell’intestino. Pare, infatti, che tra i vari meccanismi ci sia anche quello di andare a stimolare direttamente il sistema nervoso enterico e quindi la secrezione di fluidi ed elettroliti nel colon. Fanno parte di questa classe, una serie di sostanze naturali come l’Aloe vera, la Senna e la Cascara, ricche in glucosidi antrachinonici dal potere purgante. L’uso prolungato di questi agenti causa la caratteristica pigmentazione nera del colon, chiamata “melanosi del colon”.
Lassativi emollienti:
Questi prodotti hanno la capacità di ammorbidire le feci, facendovi penetrare acqua e lipidi. Come accadeva per la classe precedente, anche questa può essere somministrata sia per via orale che rettale. Ovviamente le sostanze facenti parte di questa classe sono tutte oleose e possiamo ricordare la glicerina (in supposte e microclismi), il docusato (orale o in clistere) e altri oli minerali utilizzati anche in bambini piccoli. Data la natura lipidica possono interferire con l'assorbimento delle vitamine liposolubili e di alcuni minerali come calcio e fosforo.
Lassativi osmotici:
Questi sono composti solubili ma non assorbibili dai villi intestinali. Quindi una volta giunti a livello intestinale, trattengono e richiamano importanti quantità d'acqua per osmosi, dando alle feci una consistenza semisolida o francamente liquida. Tra i più usati il lattulosio (zucchero non assorbibile) e il macrogol (polietilenglicole o PEG), che possono determinare entrambi dolore addominale, diarrea e, il primo, flatulenze. A questa categoria appartengono i lassativi salini, come l’idrossido e il solfato di magnesio, che possono determinare alterazioni idrosaline e devono quindi essere usati con attenzione nei soggetti con problemi renali e cardiologici
Come scegliere il lassativo giusto?
L’ampia disponibilità di tipi diversi prodotti lassativi deve far fare una scelta razionale e collegata ai sintomi riferiti dal paziente e al tipo di stipsi che è stata ipotizzata. Di fronte a una occasionale riduzione della frequenza evacuativa si possono utilizzare lassativi stimolanti, mentre se il paziente riferisce la presenza di feci dure è bene pensare ai lassativi formanti massa. Nei pazienti con stipsi da rallentato transito che presentano fastidio addominale e gonfiore intermittenti, feci dure e sforzo, vanno privilegiati i lassativi osmotici, visto che i formanti massa aumentano il meteorismo. Gli osmotici vanno usati anche nei soggetti con IBS in cui è presente anche dolore addominale, senso di evacuazione incompleto, ma i risultati sono molto variabili.
Nelle stipsi espulsive, sia che il problema sia legato alla presenza di rettocele o enterocele o a dissinergie del pavimento pelvico, trovano applicazione le supposte. Mentre l’uso di lassativi formanti massa o osmotici può favorire un migliore funzionamento del riflesso defecatorio. In caso di insuccesso è possibile aumentare il dosaggio o combinare i tipi di lassativi in modo razionale ad esempio gli ammorbidenti con gli stimolanti o i formanti massa.
Volendo standardizzare in qualche modo il trattamento della stipsi cronica, anche in funzione di un algoritmo terapeutico-diagnostico, si può iniziare con l’uso dei lassativi formanti massa, a meno che non sia evidente che il paziente non tollera l’aumento del gas nell’intestino, come nel caso della stipsi nell’IBS, dove è preferibile usare quelli osmotici. In caso di insuccesso dopo un sufficiente periodo di osservazione di 2-6 settimane, si può passare ai lassativi osmotici o all’associazione di questi a un ammorbidente fecale. Nella stipsi con IBS può associarsi all’osmotico uno stimolante. In caso di ulteriore mancata risposta occorre passare a trattamenti di seconda linea e approfondire la diagnosi in ambiente specialistico.
Raccomandazioni:
L'uso dei lassativi dovrebbe essere effettuato con
cautela e secondo le indicazioni del medico o del professionista della salute, poiché il loro abuso può portare a dipendenza e a problemi di salute. Bisogna sempre presta attenzione agli effetti collaterali potenziali dei lassativi, che possono includere crampi addominali, diarrea, gonfiore o scomposizione elettrolitica. L'assunzione deve essere monitorata dal medico in caso di pazienti anziani, bambini e donne in gravidanza. I lassativi dovrebbero essere utilizzati principalmente per trattare la stitichezza a breve termine. Se la stitichezza è cronica, bisogna cercare di affrontare la causa sottostante insieme al tuo medico.
L'intero contenuto di questo articolo deve essere considerato di carattere esclusivamente divulgativo e informativo. Non si intende in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.
Fonti bibliografiche:
- 21.pdf (simg.it)
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- Eoff JC, Lembo A. Optimal treatment of chronic constipation in managed care: review and roundtable discussion. J Manag Care Pharm 2008;14(Suppl):S1-17. 4
- Tack J, Muller-Lissner S, Stanghellini V, et al. Diagnosis and treatment of chronic constipation – a European perspective. Neurogastroenterol Motil 2011;23:697-710